SOLTANTO DAL 1872 “ANTICOLI”
ACQUISI’ UFFICIALMENTE LA DENOMINAZIONE
DI “ANTICOLI DI CAMPAGNA”
( Ciò significa che nel passato e per ben cinque secoli al nostro Comune è stato dato un nome che non aveva mai avuto )
La scoperta del decreto (decreto.zip - 1,6 Mb ) che prova questa circostanza, mi offre l’occasione di fare conoscere come e perché al nostro Comune sono state spesso attribuite denominazioni diverse, mai quella vera. La nota che segue, ma soprattutto la nutrita bibliografia sull’origine del nome “Anticoli” da me consultata e che verrà riportata prossimamente, ha lo scopo di dare qualche ulteriore contributo alle ricerche sul nostro passato.
Già prima del secolo XIII nel Lazio esistevano due castelli. Uno in provincia di Campagna, nella diocesi di Anagni e l’altro nella diocesi tiburtina, che fu detto poi “di Corrado”, dal nome del suo feudatario, dalla seconda metà del secolo XIII.
Quindi, pur esistendo intorno all’anno mille, due castelli di nome Anticoli, soltanto nel 1256, in qualche documento ufficiale si trova il nome di “Anticulum” con l’aggiunta però di “Campanea”; ma più per indicare la provincia di appartenenza, che non come facente parte della sua denominazione. La quale successivamente diventò soltanto “Anticoli”, come diretta conseguenza dei nomi in latino “Antiqui”, “Anticulum” e “Anticulo” che il nostro castrum ebbe prima e dopo il XIII secolo.
L’aggiunta perciò “di Campagna” che il Re Vittorio Emanuele II decretò nel 1872, su delibera del Consiglio comunale di Anticoli, proposta dal ministro dell’interno, poteva pertanto essere evitata in quanto, esistendo già un’altra Anticoli con la specificazione di “Corrado” in territorio sublacense, il nostro Castello poteva benissimo continuare a chiamarsi Anticoli. Magari con la specificazione “in provincia” o “nel cantone di Campagna”. Mai con quest’ultima parola incorporata ufficialmente nel nome originario. Sarebbe come se oggi si dicesse “Fiuggi di Frosinone” anziché com’è logico che sia Fiuggi, in provincia di Frosinone. Allo stesso modo già da allora qualche volta nei documenti originali si diceva “Anticoli in Campanea” oppure “in Campagna”. Mai “di Campagna”, che era di per sé una deformazione illogica di “Campanea”.
A questo punto, c’è da domandarsi perché nel 1872 gli amministratori di Anticoli (Biagio Filatici, sindaco, in testa) non proposero di lasciare il nome di Anticoli così come era, anziché chiedere di aggiungervi la denominazione “di Campagna” ed a spiegarne i motivi ?
Anche i tanti ricercatori della storia locale non hanno evitato di aggiungere sempre quel pronome. E non lo hanno evitato anche quando pubblicavano o introducevano la lettura dei documenti ufficiali (in latino ed in italiano) quasi tutti datati sia prima che dopo il sec. XIII, nei quali l’antico borgo della diocesi di Anagni veniva sempre chiamato col nome originale.
E’ così che, per oltre cinque secoli, “Anticoli” si è visto attribuire il pronome di Campagna quando non era affatto necessario.
Tutto ciò è servito soltanto a far passare l’idea che il nostro Comune fosse rimasto per secoli come un villaggio della campagna romana e non come un luogo degno di vivere la sua storia come gli altri luoghi anche più piccoli.
Nel prossimo articolo pubblicherò le prove di quanto sopra, riportando, quantomeno, lo stralcio di molti atti e documenti, già commentati da chi mi ha preceduto nella ricerca storiografica della nostra città, senza però accorgersi di aver aggiunto al suo nome “Anticoli” il pronome di “Campagna” che non aveva mai avuto.
LA DENOMINAZIONE DI “ANTICOLI DI CAMPAGNA” PARTE DALLA RIFORMA DELLA COSTITUZIONE DEL REGNO D’ITALIA.
A seguito delle riforme attuate dopo la Costituzione del Regno d’Italia volute dal governo di Bettino Ricasoli, nel 1862 furono emanate precise disposizioni, intese ad eliminare casi di omonimia nella denominazione dei comuni, che tradotte dai Prefetti delle cinquantanove province in cui era divisa l’Italia così recitavano: “ L’identità che si incontra in molti comuni del Regno è ben spesso ragione di equivoci e imbarazzi, così per i privati che per le pubbliche amministrazioni. Per tale inconveniente il ministeri dell’interno ha disposto che i consigli municipali di quei comuni che si trovano al caso, deliberino, se non di cambiare affatto l’attuale denominazione, farvi almeno qualche aggiunta che desumere si potrebbe dalla speciale situazione topografica secondo che il comune si trovi in monte o nel piano, al mare o sopra un fiume o torrente” (cfr. volume Fontana Liri – “Due centri una storia” di Generoso Pistilli – Edizione 2000).
Queste disposizioni trovarono applicazione anche nella provincia di Roma già nel 1863 per alcuni comuni (tra cui Fontana che da allora assunse il nome di Fontana Liri perché sopra l’omonimo fiume). Ma dopo dieci anni furono applicate anche per altri nove comuni con il decreto che viene riprodotto a parte con il seguente testo ( ripreso dal volume “Vico nel Lazio nella storia” di Natale Tomei – Edizione 1999):
“Vittorio Emanuele Re d’Italia, sulla proposta del nostro Ministro per gli Affari dell’Interno, viste le deliberazioni dei Consigli comunali: di … Anticoli, in data 11 agosto u.s. …. Vista la legge 20.3.1865 (all. A) abbiamo decretato e decretiamo: sono autorizzati: …. Il comune di Anticoli nella provincia di Roma ad assumere la denominazione di Anticoli di Campagna.
Dato in Roma addì 3 ottobre 1872 – f.to Vittorio Emanuele – contrassegnato G. Lanza”.
Con lo stesso decreto vennero autorizzati a cambiare nome i comuni di: Castro: in Castro dei Volsci – Giuliano: in Giuliano di Roma – Monte S. Giovanni: in Monte S. Giovanni Campano – Roccasecca: in Roccasecca dei Volsci – Santo Stefano: in Villa Santo Stefano – Torre: in Torre Cajetani – Vico: in Vico nel Lazio – Trevi, in trevi nel Lazio.
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